Causa pandemia avevo saltato l’acquisto degli ultimi volumi di Sine Requie; sì, avrei potuto comprarli online ma per me è (era?) anche un rito, la consuetudine di fare due chiacchiere con gli autori e magari farmi fare un disegnino. Quando poi sono ripartite le fiere avevo anche tentato di mettermi in pari decidendo di partire dal primo che mi mancava ma, guarda caso, quell’anno (mi pare fosse un PlayModena) non avevano Cacciatori di Morti in nessuno stand!
Ho abbondantemente recuperato adesso al PlayModena mettendomi in pari con le uscite relative ai “gruppi” che bazzicano nel mondo di Sine Requie. E quindi cominciamo con questo volume datato giugno 2020. L’inizio è strepitoso, tanto da farmi pensare a cosa mi fossi perso in tutti questi anni! Si comincia infatti con un accattivante annuncio di Radio Londra e soprattutto col Dottor Pelagatti, che in questa ambientazione è l’autore dello pseudobiblium che ha dato il nome al gioco di ruolo. Al di là dei possibili indizi sui retroscena del gioco, si avverte insomma l’impressione che alcuni nodi comincino a venire al pettine – il Pelagatti sarà anche il perno attorno cui ruotano le due avventure contenute nel tomo.
Conoscendo gli autori non escludo che i paragrafi che descrivono la frustrazione del Pelagatti nel non capire ancora le origini del Risveglio siano un ammiccamento (anzi una era vera presa per il culo) ai lettori che stanno ancora aspettando invano dei chiarimenti al riguardo.
Dopo alcuni approfondimenti su vari aspetti della vita dei Cacciatori di Morti, cioè gli sterminatori professionisti di zombi, vengono introdotte nuove sotto-classi e poi comincia una lunga sezione dedicata all’equipaggiamento che contempla anche vari veicoli. La passione degli autori per l’argomento è evidente dalle disamine documentatissime su pregi e difetti delle armi da fuoco e dei mezzi di trasporto e dalla cura per i dettagli – non sapevo che il mondo delle borracce militari fosse così variegato, né che nei carri armati faccia un freddo bestiale.
A circa due terzi del volume arriva il pezzo forte, ovvero le due avventure che ruotano attorno al Dottor Pelagatti. Gli autori hanno scelto un approccio originale e le due avventure non sono una il seguito dell’altra ma una situazione comune affrontata da due punti di vista diversi. Questo tocco di originalità potrebbe far storcere il naso ai giocatori che preferiscono un’unica campagna piuttosto che sessioni one-shot, ma da sempre questa è la peculiarità di Sine Requie: prendere o lasciare. Se ho ben capito (non sono andato a controllare) viene sciolto un nodo che risale all’uscita del manuale sulle Terre Perdute, datato 2011, mentre i giocatori potranno influire su un elemento che accompagna il gioco sin dai suoi esordi o quasi. A dirla tutta, la prima delle due avventure mi ha lasciato un po’ perplesso perché mi sembra decisamente mortale e soprattutto i deliri di Skinner gettano nuovamente l’ombra della metanarrazione su tutto il gioco ma comunque la grandeur delle due avventure compensa abbondantemente queste pecche, ammesso che siano pecche.
Cacciatori di Morti è insomma un ottimo prodotto pur con quello che è il difetto congenito di Sine Requie: al di là dei refusi (a Trieste ci sarebbe la Risiera di San… «Saba») le parti non regolistiche ma narrative occupano uno spazio sproporzionato; sono anche scritte bene, sì, ma è mai possibile che servano tre diverse testimonianze, alcune molto lunghe, per esemplificare il ruolo delle donne tra i Cacciatori o per mostrare gli effetti dei Fogli di Via falsi?
Nello specifico di questo volume, a me è sembrato un po’ esagerato il riferimento privilegiato al Sanctum Imperium, quando anche le Terre Perdute avrebbero potuto offrire materiale altrettanto e più interessante – e infatti le avventure sono ambientate nell’affascinante e mortale Inghilterra. Ma immagino sia una scelta fatta a ragion veduta, non ricordo se e quanti Cacciatori di Morti operino al di fuori del Papato.
Un buon supplemento, insomma, anche se rimane purtroppo il dubbio, anzi la certezza, che tra quarantacinque anni e sei mesi starò ancora qui a lamentarmi del fatto che gli autori non abbiano ancora spiegato cosa diede origine al Risveglio e cosa si trova “oltre la Soglia”.
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