Sì, esatto: nessuna novità in fumetteria e quindi ancora una volta mi giunge in soccorso il catalogo dei Fumetti della Ciopi delle edizioni #Logos. A differenza degli altri volumi che ho letto, questo è decisamente più ambizioso e si rivolge a un pubblico un po’ più grandicello. Siamo in un contesto fantasy/fiabesco e l’autore Nicolás Arispe crea un intero universo, per quanto circoscritto, con tanto di mappona dettagliata in prima pagina.
La storia si svolge nell’arcipelago delle Isole Sommergibili, che come dice il nome si inabissano ciclicamente. In concomitanza con la nuova immersione dell’isola in cui vivono, il maiale antropomorfo Lino e l’alberello deambulante Lorenzo, pescatori alle dipendenze di un burbero capitano col volto di teschio, rinvengono nella rete anche un’enorme perla. Lino vorrebbe trarne un bel gruzzolo vendendola, ma un misterioso figuro intabarrato accenna al fatto che la perla in realtà non è ciò che sembra e che bisognerà portarla alla Corte dei Miracoli per sottoporla all’analisi della Signora del Teschio. Lino è assai titubante ma deve sottostare al volere della perla che sembra dotata di una volontà propria o forse segue le direttive di qualche altra entità superiore, tanto che non si sposta se non vuole farsi trasportare ed è in grado di fluttuare nell’aria quando è necessario.
Ad accompagnare Lino e Lorenzo c’è Aurelia, una ragazzina in possesso di un libro magico da cui trarre ogni informazione necessaria: una specie di internet su carta che non funziona se si bagna. Prima tappa: la Palude Malinconica, dove scappano per un pelo ai micidiali kappa, esempio della colonizzazione culturale del Sol Levante persino nella raffinata Francia – ma questi sono diversi dai mostri del folklore giapponese. Giungono alfine alla Corte dei Miracoli dove risiedono maghi, artisti e poeti, e qui vengono messi a conoscenza di una terribile e misteriosa minaccia che incombe sulle loro isole.
I disegni sono molto belli, semplici e caricaturali ma molto espressivi. Soprattutto, sono nobilitati dalla colorazione ad acquerello. Penso che sia proprio acquerello e non qualche diavoleria digitale perché sul tratteggio si vede quella patina opaca che forma l’acquerello una volta asciugato sull’inchiostro di china.
Pur con i vaghi echi tolkieniani inevitabili in un’opera del genere (la Madreperla mi ha ricordato un Palantir) Arispe riesce a inventarsi un contesto e delle situazioni abbastanza originali e interessanti.
Con le sue 72 pagine a 16 euro questo è il volume più conveniente della collezione. Unico difetto: non è autoconclusivo ma la storia continua in altri volumi di cui questo è solo l’antefatto.
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