Alla ricerca di un palliativo all’assenza di Capitan Novara (che se era
presente a Lucca 2014 era molto ben nascosto) ho ripiegato su Capitan Venezia, anche se confesso che a
farmi propendere per questa scelta sono stati fattori come l’ingresso gratuito
nello stand dove lo vendevano, lo sconto per l’acquisto in blocco di 4 numeri e
soprattutto la posa “vagamente” ammiccante di Lady Marghera sulla cover nel
numero 0.
Tutto sommato, non mi è andata affatto male. Capitan Venezia è in pratica l’house
organ della Scuola del Fumetto di Venezia e serve
come palestra e vetrina per alcuni studenti selezionati. Ideato da Fabrizio
Capigatti nel 2006, e usato principalmente come testimonial, dal 2012 si è visto
intitolare il suo comic book che esce in occasione delle fiere del fumetto nel
Triveneto e da qualche anno anche a Lucca. Il protagonista è un supereroe di
origine mistica con testa e coda di leone, protettore della città lagunare che
nella sua identità “borghese” è lo studente ventiduenne Marco Venturini. Di più
non so: dovrebbe esistere uno speciale sulle origini segrete di Capitan Venezia
ma non l’ho letto.
Le avventure di Capitan Venezia si segnalano per la densità dei contenuti: Capigatti
infarcisce ogni numero di sottotrame, trovate e situazioni differenti,
approfondendole e unendole in un’unica trama trasversale che percorre ogni
episodio e dovrà sperabilmente sciogliersi nel numero finale. Così va a finire
che, per dire, la sesta tavola del numero 2 bisogna quasi leggerla con la lente
d’ingrandimento per capire cosa dicono i personaggi nei fitti dialoghi che
intercorrono in quelle 9 vignette: io trovo che sia molto meglio così piuttosto
che “leggere” delle pin up e riporre il fumetto dopo una manciata di secondi.
La storia portante che percorre la serie, composta da un numero 0 e altri
sei albi, riguarda la campagna denigratoria che il supercriminale Kaos in
combutta col sindaco di Venezia sta portando avanti contro i vari “Capitani”
(ogni provincia del Veneto ne ha uno, “Lady” se donna) che sono apparsi da
qualche tempo e che vorrebbero invece arginare il terrore che si è sparso in
quei luoghi proprio a causa di supercriminali appositamente ingaggiati.
Capigatti mi sembra un appassionato, o perlomeno un grande conoscitore, del
fumetto supereroistico: il protagonista Marco Venturini vive delle situazioni
un po’ alla Peter Parker, e il suo alter ego ha pure un istinto felino simile
al senso di ragno. La Bauta, un misterioso osservatore che compare nel numero
1, mi ha ricordato il Monitor che in due anni bazzicando in incognito vari
comic book pose le basi per la Crisis
della DC Comics e la stessa rappresentazione dei supereroi come minacce
potrebbe essere un omaggio a Watchmen.
D’altra parte le stesse dinamiche della Justice League vengono citate
esplicitamente nel numero 2.
Ovviamente cercando di creare qualcosa di locale e caratteristico il
rischio di cadere nel ridicolo è piuttosto concreto: passi l’Uomo Scoglio
affrontato dal protagonista insieme a Capitan Jesolo in una back up story, ma l’Uomo Moeca è
agghiacciante! (le moeche sono una prelibatezza della
cucina veneziana, cioè granchi “raccolti” in quei particolari periodi dell’anno
in cui fanno la muta e sono senza carapace). Ma comunque questi dettagli sopra
le righe, forse proprio voluti e ricercati dall’autore, nulla tolgono al valore
di Capitan Venezia che pur
indirizzandosi programmaticamente nei primi episodi a un pubblico molto giovane
(anche se con un eccesso di turpiloquio) ha compiuto una riuscita sterzata più
matura sin dal numero 2, un cambio di rotta per nulla traumatico richiesto
proprio dai lettori – vedi la pagina della posta del numero 1.
Dal punto di vista grafico mi sembra che Capitan Venezia si mantenga su livelli quanto meno dignitosi con
occasionali punte di eccellenza. Trovo che Riccardo Bandiera sia davvero bravo
e con gli agganci e la fortuna giusti non dovrebbe avere difficoltà a trovare
un suo spazio anche all’estero. Ho apprezzato molto anche Michele Dissegna ma
alla fine è tutta questione di gusti: obiettivamente anche Luca Resto ha fatto
un ottimo lavoro, solo che io apprezzo di più uno stile realistico.
Secondo me il difetto di Capitan
Venezia è il suo piano editoriale: 7 uscite così diluite nel tempo
(ufficialmente il comic book è trimestrale ma mi pare che dal 2012 e oggi siano
arrivati solo fino al numero 4) sono tante per leggersi una storia così
organica e complessa. Per il resto, anche stavolta rimango basito nel vedere
come una realtà quasi amatoriale riesca a offrire un prodotto con una qualità
di stampa e dei materiali ormai impossibile da trovare presso case editrici più
grandi e titolate.
E mi stupiscono pure le doti profetiche di Capigatti: due anni prima dello
scandalo del Mose aveva individuato nel sindaco di Venezia il cattivo! Anche il
nome è assai simile...
Capitan Venezia lo adocchiai già lo scorso anno a Lucca, i ragazzi erano un paio di stand più in là del Bradipo, mi fecero una bella impressione poi per motivi di budget non acquistai gli albi. Magari mi rifarò a mini ultimata.
RispondiElimina