domenica 2 novembre 2014

La Nuova Pornografia - Imbroglio - Le avventure della fine dell'episodio



Prima ricognizione del bottino di Lucca. La ProGlo ha dato alle stampe 3 fascicoletti spillati a 3€ l’uno, tutti accomunati dall’ideazione di Lewis Trondheim. Per 10€ allo stand regalavano un altro volume a scelta, ma io della ProGlo ho già tutto (cosa che penso sia comune a tanti altri lettori di questa casa editrice di nicchia) quindi al suggerimento di prendere un’altra copia de La Nuova Pornografia da regalare a un’amica (quando, prove alla mano, di pornetti da regalare ad amiche ne avevo già) ho preferito prendere un altro Bleu, sempre di Trondheim, che rifilerò a qualcuno. Ma non divaghiamo.
Le tre proposte ProGlo/Trondheim sono:

La Nuova Pornografia: raccolta di tavole («figure») principalmente doppie in cui viene raccontato cosa succede all’interno di una vagina (ma non solo) in contesti e situazioni diversi. Trondheim utilizza delle composizioni fisse e dei particolari geroglifici ricorrenti riuscendo a donare ritmo ed eleganza a questo lavoretto sperimentale, e occasionalmente ci scappa anche qualche risata nel vedere la creatività con cui si è inventato delle “variazioni sul tema”.

Non c’è solo il sesso, comunque, e data la facile esauribilità dell’argomento l’autore ha rappresentato anche il pap-test, il parto e il concepimento. Quando sono arrivato a quelle tavole, però, ormai il giochino mi aveva stufato e aveva perso la sua carica umoristica. Come detto nella postfazione, parte del gusto della lettura è decifrare cosa stia effettivamente succedendo e confesso che un paio di volte non ci sono riuscito del tutto (i retini invece del bianco rappresentano il mestruo?), ma non mi ci sono nemmeno scervellato sopra visto che l’interesse era appunto un po’ calato.
Come nel caso di Long Shot Comics 2 è ridicolo in questo caso lamentarsi per la qualità di stampa non buona, però i contorni tremolanti delle vignette mi hanno veramente infastidito...

Imbroglio: raffica di colpi di scena in cui tre personaggi si ammazzano, risorgono, svelano dei piani che poi si rivelano coperture per altri piani, cambiano alleanze di pagina in pagina accumulando strati su strati di un matassa ingarbugliatissima. Giustamente in appendice al volumetto Raffaele Ventura spiega che il termine “imbroglio” in francese non significa truffa o raggiro, ma un groviglio narrativo complicato e confuso. È lodevole come Trondheim, pur nella voluta atmosfera non-sense in cui ha calato la storia, abbia saputo creare un micro-universo in cui tout se tient, e anche le improvvise rinascite degli attori coinvolti siano comunque giustificate da alcuni espedienti narrativi tutto sommato credibili. Eccellente la gag finale, come anche la gestione dei tempi narrativi.
Sempre dalla postfazione di Ventura apprendiamo che “questo” Imbroglio è il remake di un’altra opera seminale di Trondheim disegnata quando non aveva ancora pieno possesso dei suoi mezzi. In questa versione del 1995 ci delizia invece con un tratto morbido, espressivo e molto piacevole nonostante le ostentate semplificazioni, abbellito anche da occasionali retini.

Le avventure della fine dell’episodio: Trondheim si limita a scrivere questa “storia” che viene illustrata, in maniera egregia, da Frank Le Gall. Probabilmente a causa della lettura ravvicinata di Imbroglio poco prima, questo esperimento non mi è sembrato allo stesso livello dell’altro. Lo stereotipo narrativo sotto il microscopio di Trondheim è stavolta lo smascheramento del colpevole una volta raccolti tutti gli indizi. Con un ritmo sempre più frenetico (scandito dall’altro stereotipo cinematografico del tuono nel momento più intenso), il colpevole viene smascherato innumerevoli volte, finché si perde il bandolo della matassa e anche l’identità degli altri personaggi in gioco. Come prevedibile, il finale lascia intendere che il gioco può ricominciare e durare all’infinito.

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