domenica 6 marzo 2016

The Royals - I Signori della Guerra

A tappe forzate la RW Lion ha recuperato il ritardo che aveva accumulato sulla collana Vertigo Presenta e The Royals si è concluso in tempi record. Avrei preferito che avessero recuperato 100 Bullets ma vabbeh, aspetterò.
Le buone impressioni iniziali hanno trovato conferma. La storia non si è sviluppata come una banale serie di supereroi ma ha trovato una sua dimensione specifica: un po’ bellica, un po’ splatter, un po’ iconoclasta anche se radicalmente drammatica. Alcuni concetti alla base del fumetto (la stessa idea che i superpoteri derivino dal sangue blu) sono senz’altro delle buone trovate ma all’ottima riuscita di The Royals hanno contribuito gli splendidi dialoghi di Rob Williams e la struttura della storia che procede da un colpo di scena all’altro. Non aggiungo altro per evitare spoiler: basti sapere che c’è un traditore nelle file dei “buoni” e che non sono infrequenti i cambiamenti di campo. Bellissimo il finale, sul quale è ancora una volta meglio non spendere ulteriori parole.
Ai disegni Simon Coleby ha fatto un buon lavoro anche se si sono notate delle discontinuità tra le immagini basate su riferimenti fotografici e quelle che invece non lo sono. Avercene, comunque, di disegnatori come lui. Mi chiedo se sia colpa sua o dello sceneggiatore la “papera” tra le pagine 14 e 15 in cui Henry prima viene portato in braccio, poi è a piedi e poi torna in braccio.
L’unico aspetto relativamente deludente di The Royals risiede non nella serie in sé ma nelle storie brevi che sono state messe in appendice ai fascicoli. A parte Fantasma a nolo presentata sul numero 2, la cui sceneggiatura a opera di Geoff Johns è un gioiello, le altre si sono rivelate troppo pretenziose o semplicemente inconsistenti, disegnate oltretutto quasi sempre in maniera dilettantistica (per quanto la storia in appendice al primo numero sia opera del veterano Gilbert Hernandez). Unica eccezione, So Blue disegnato da Alitha Martinez sul numero 6: un piacevole mix di Hernandez (di quello più bravo tra i fratelli) e di Amanda Conner.

17 commenti:

  1. Lieto di leggere che Alitha Martinez sia migliorata dai tempi dello Iron Man sceneggiato da Joe Quesada all'inizio del secolo. Ho guardato in rete le sue cose poco fa e ammetto che ha fatto passi avanti davvero notevoli, come del resto Simon Coleby dal tempo del suo Punisher 2099 disegnato come fosse il Quadratino del Corrierino, ma senza la poesia di Rubino. Il mio bravo degli Herndandez si chiama Ernani - bravo, non è famoso come gli altri e pochi lo conoscono - e gioca fondamentalmente nel ruolo di catalizzatore di cartoonists ( nel senso chimico del termine ovvero la capacità di accelerare un processo o di provocarne uno che difficilmente si produrrebbe senza il suo intervento). Ernani Herndandez ha qualcosa del mutante o di quella signora degli Stormwatch di Ellis /Raney che toccava un metaumano non ancora "svezzato" e ne provocava lo sviluppo. E' merito suo se Alitha ha fatto un saltino quantico e se Simon è capce di disegnare personaggi portati a braccio e poi in piedi: al tempo del Jake Gallows di Mills e Skinner, era in grado di schizzare solo mascelluti e spigolosi energumeni con la smorfia omicida di chi ha pagato quasi tre euro un caffelatte spacciato per cappuccino ed una brioche biscottata. So di cosa parlo.
    Ernani - secondo i miei informatori - ha giocato allo schiaffo del soldato anche con Dan Panosian.
    Spero di cuore che prima o poi piazzi una cinquina sul coppino anche a Liefeld...

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    1. Quindi questa Martinez ha già alle spalle una carriera così lunga? Allora il mio giudizio dovrebbe essere rivisto... se fosse stata esordiente o poco più i risultati sarebbero stati ben più eclatanti, ma con alle spalle almeno 10 anni di attività non mi sembrano poi così meritevoli.
      Di sicuro tra Lemire, Jock e via rabbrividendo fa comunque la sua figura.

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  2. Non ci crederai, ma un redattore della Marvel Italia scrisse qualcosa che fece pensare ad un lettore - non il sottoscritto - che Alitha avesse ottenuto il lavoro perchè amica personale , diciamo così, di Joe Quesada. Nella posta del numero successivo era il chiarimento. Tra l'altro erano gli anni in cui Joe e la sua posse portavano in Marvel gente che in Marvel era stata anni prima x pochissimo ( Morrison e Millar al tempo di Skrull Kill Krew ) o che non aveva uno stile apparantemente compatibile ( Peter Bagge, Trent Kaniuga ).
    Jose Villarubia - che aveva colorato le matite di Jae Lee nella mini dei F4 di Morrison - in una intervista stigmatizzava come finalmente la Casa delle Idee si apriva a cartoonists di faceva finta di non aver bisogno dopo anni in cui Tizio disegnava l'albo Ics o Ipsilon perchè amico dell'editor Caio...

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  3. Non esageriamo. Jock, Lemire, Kindt, Templesmith, Kieth ed Andrade - per puro caso non esattamente i cartoonists di cui brami il prossimo parto - lavorano senza poter contare sull'amicizia con persone nella stanza dei bottoni, ma proprio per il loro approccio personale al medium.

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    1. A me risulta che facciano tutti parte di una loggia massonica che ne ha agevolato l'ingresso nel mondo del fumetto.
      Non stiamo parlando di massoneria speculativa nè del ramo scozzese, di certo una delle usanze di questa loggia è l'utilizzo del maglietto per sfracellare le mani dei confratelli. E chi l'avrebbe mai detto vedendo le "opere" di questi sei adepti?

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  4. La massoneria è la lama rotante di Lamezia Terme è il titolo del prossimo graphic novel di Martoz in cui si racconta di un cartoonist chiamato Mailo Mazone che è amico e discepolo di un altro cartoonist nomato Malto Kortese, gran maestro di una loggia massonica giappocalabro. Sarà scritta e disegnata in stile Remi Tot in Stunt, ma agitato e non mescolato. Martoz lavorerà dentro una lavatrice industriale e si impegna a non tracciare una linea quando la centrifuga scende sotto gli ottocento giri.

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    1. Credo che questo sia il post più psichedelico mai scritto da Crepascolo. Sono soddisfazioni.

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  5. Ernani Hernandez era seduto, come al solito, spalle al muro in una bettola messicana che finiva di marcire spalle alla stazione e assumeva fajitas di pollo e manzo brucciacchiate mentre tentava invano di dimenticare lo spaghetto dopo esser stato attaccato da un Alessandrobergonzoni radioattivo in un vicolo dietro una spaghetteria, dopo il crepuscolo.
    Da allora non poteva entrare in una bettola come quella senza lanciare una occhiata alle tovaglie a quadri e pensare che un cameriere con i piedi piatti avrebbe potuto apparecchiarle solo correndoci sopra.
    Il mondo era ora come una tavola di Jacovitti. Tutto il tempo. I peperoni facevano capolino tra le strisce di carne e sorridevano.
    Il Bergofosforescente gli aveva detto che non si sarebbe mai più sentito solo. Brr.

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  6. La battuta sui piedi piatti è copyright Alessandro Bergonzoni.

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  7. Ogni volta che la immagino, mi torna in mente un campione di windsurf degli anni ottanta che aveva le dita dei piedi delle stesse dimensioni e di fatto dei piedoni kirbyani o jacovittici.

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  8. Se King Kirby fosse ancora nella Realtà Prima, dopo il Silver Surfer ed il Black Racer , avrebbe probabilmente creato il Mexican Burger ovvero l'araldo cosmico della sazietà, antitesi della fame di novità che è la molla delle umane intraprese.
    Mexican Burger è speziato al punto che Galactus lo insegue da una galassia all'altra, ma senza mai raggiungerlo. Esce con Chubby (Ange)Lita fino a che non è rapita da una posse di mariachi spaziali. Burger sta pensando di salvarla, ma poi realizza che a Lita quella musica piace e che la sua idea di paradiso artificiale è un centro commerciale con una cantina in cui si suona e si canta quella roba dall'alba al crepuscolo e decide di consegnarsi al Divoratore di Mondi. Lo capisco perfettamente.

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    1. l'idea di un supereroe surfista è talmente ridicola e paracula da raggiungere il sublime. La controparte dei Nuovi Dei che SCIAVA (!!!!) purtroppo non ha per me la stessa aura di mito di Silver Surfer e mi fa sorridere. So goes life.

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  9. Norrin Radd e William Walker sono un tentativo di raccontare la fine con qualcosa di diverso di una signora troppo magra incappucciata e con la falce. Gaiman sceglierà una ragazzina sbarazzina. Prima o poi qualcuno ipotizzerà un Badspenser come lo vedrebbe Simon Biz Bisley che si avvicina premettendo il sassone tondo e levigato del curling.

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    1. Come diceva il direttore di Flash Art davanti a certe opere che gli venivano sottoposte dai lettori "il tuo lavoro fa ridere ma meglio così, con tutti gli artisti che fanno piangere".

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  10. Ernani Herdandez - il catalizzatore di talento per i cartoonists - è davanti a villa Liefeld e ha quasi messo il suo ditone quadrato e kyrbico sul campanello quando vede approssimarsi un omone barbuto che litiga con un granito senza asperità...

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  11. Più tardi nella notte, Rob si alzerà dalla seggiola dietro il tavolo da disegno ripieno di omoni digrignati ed armati fino ai denti digrignanti per aprire la porta del suo home, come avesse percepito un appuntamento mancato da retorica di Mau Costanzo.

    Silenzio tutto intorno, se non consideriamo la festa indemoniata nel villino di Silvestri. L'aria è frizzantina e Rob rientra per guarnire con i suoi ineffabili piedini e manine i suoi guerrieri che guardano in camera e dicono tutto il loro sturm und drang.

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