martedì 7 novembre 2017

Giorgio Comolo Fine Art

Tra le commissioni che ho dovuto portare a termine quest’anno la più gravosa è stata senz’altro quella relativa all’Associazione La Nona Arte, per cui a fronte del versamento della quota associativa per conto di un mio amico avrei dovuto procurargli una dédicace di Jordi Bernet.
I 65 euro della quota prevedono però oltre alla tessera anche l’omaggio di due numeri della rivista edita dall’associazione e la consegna di ben due portfolio – uno dedicato a Bernet, ovviamente. Il bottino è quindi veramente appetitoso e vale abbondantemente la spesa, ma girare sin dal primo mattino di mercoledì 1 per Lucca con quel peso non è stato un buon viatico per la manifestazione, tanto più che le peripezie per farmi fare quella benedetta dédicace mi sono valse il soprannome de “Il Trombato” presso lo stand La Nona Arte. Le prime due volte sono arrivato quando gli slot disponibili erano già esauriti, la terza volta Bernet era bloccato nel traffico di Firenze e non si è presentato e così solo sabato mattina sono riuscito a ottenere la dédicace. A onor del vero, lo staff di La Nona Arte si è dimostrato molto comprensivo con me e al momento opportuno mi tenuto il primo posto della lista beneficiando dell’appuntamento che avevo preso tre giorni prima. Ma metterò anche questo sul conto del mio amico.
Tutto questo preambolo per arrivare a dire che l’altro portfolio offerto da La Nona Arte è dedicato a tal Giorgio Comolo, che ha realizzato una serie di undici lavori veramente molto simpatici. In sostanza, lo snodo del suo lavoro è basato sulla reinterpretazione di quadri celebri contaminati dalla presenza dei supereroi. E così i supereroi e i villains della Marvel (uniche eccezioni DC: il Batman-Giger e il Batman-Picasso) sono diventati i protagonisti delle opere di Escher, Magritte, Dalì, ecc.
Come idea non è originalissima e ricordo che le stesse case editrici statunitensi avevano realizzano delle copertine con lo stesso spunto di base, ma Comolo ha condotto il gioco con grande cura ed esiti per niente scontati, si veda in particolare il Capitan America-Dalì. Il suo tratto è prettamente fumettistico: il passaggio a china è bello ruspante senza perdersi in tratteggi o sfumature, mentre i colori sono carichi e squillanti. In questo modo il gioco di trasfigurazione e omaggio si fa più manifesto e, mi verrebbe da dire, onesto: non si limita a copiare quanto creato in un altro contesto ma proprio a reinventarlo secondo i consolidati canoni pop del genere.
Pur con la stessa dinamica alla base, le tavole si lasciano guardare senza mai annoiare, provocando più di un sorriso e anche una certa ammirazione nel vedere il Dottor Doom-David o il Dottor Strange-Ernst. La dodicesima tavola è dedicata alle biografie degli artisti e alla descrizione delle opere usate come ispirazione, senza nessuna informazione su Comolo.
Come detto in apertura, il portfolio è disponibile solo per i soci di La Nona Arte.

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