domenica 19 novembre 2017

The Wild Storm: Libro Primo

Reboot delle serie create da Jim Lee per l’Image (WildC.A.T.s, StormWatch, Gen13, ecc.) amalgamate in un unico universo coerente, con riferimenti a quanto fatto dallo stesso Ellis e da altri autori. In pratica, uno Ultimate WildStorm.
Il magnate Jacob Marlowe che gestisce la omnipervasiva multinazionale Halo subisce un attentato e viene salvato da una tizia alquanto disturbata in armatura ipertecnologica. È l’evento scatenante di una guerra tra le tre fazioni che si contendono, da anni e segretamente, il dominio del mondo: da una parte la stessa Halo, dall’altra le Operazioni Internazionali che hanno organizzato l’attentato e infine SkyWatch, divisione delle O. I. che si occupa del monitoraggio spaziale e a cui le O. I. hanno rubato la tecnologia che ha permesso alla dottoressa Angela Spica di crearsi l’armatura con cui ha salvato Marlowe.
Angie (non ancora Engineer) si trova quindi implicata nei proverbiali problemi più grandi di lei e diventa il bersaglio che tutti vogliono catturare.
Come nel caso dei fumetti Ultimate della Marvel una buona parte del godimento è vedere cosa si è inventato l’autore per ammodernare le versioni precedenti dei personaggi. Non essendo un grande conoscitore del vecchio universo WildStorm questo giochino mi è abbastanza precluso, e non è che rimanga poi molto altro. Questo primo volume è infatti solo un antipasto di quello che dovrà succedere, la presentazione di molti (troppi) personaggi e delle dinamiche che li animano, condita dalle passioni per futurologia e complottismo che Ellis ha già sviscerato meglio altrove.
Sicuramente The Wild Storm è scritto con professionalità (e anche con un certo coinvolgimento, immagino, visto che certi elementi di quell’universo li ha creati Ellis) ma stavolta i suoi dialoghi non mi sono sembrati avere lo stesso mordente di altri fumetti, forse penalizzati anche da una traduzione italiana non sempre fluida.
Ai disegni Jon Davis-Hunt fa un buon lavoro, ma francamente mi sembra molto più bravo come illustratore che come fumettista. Le sue copertine sono bellissime, mentre in qualche vignetta si prende qualche licenza o si limita ad accennare certi dettagli – e solo nell’ultimo episodio si ricorda che Marlowe è acondroplasico. Rimane comunque un ottimo professionista, tanto più se lo paragoniamo a molti altri suoi colleghi statunitensi.
Forse è il ricordo dei tamarrissimi personaggi di Lee coi pistoloni (ma perché devono portare i pistoloni se sono supereroi?!) che trovo difficile associare a una trama fantascientifica e spionistica che si vorrebbe abbastanza raffinata; forse è la comparsata assolutamente troppo anonima e breve di Jenny Sparks, il personaggio più carismatico; forse è la nuova ridicola mise di Engineer, a metà tra Iron-Man e Predator, quando in origine se ne andava in giro in costume adamitico… ma sta di fatto che questo rilancio non mi ha entusiasmato. Nulla vieta, però, che il seguito decolli come è già successo con Injection.

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