giovedì 15 novembre 2018

Sine Requie Anno XIII: Regno delle Ombre [SS]

È conclamato che agli autori di Sine Requie piaccia di più scrivere che sviluppare il mondo che hanno creato, non a caso Leonardo Moretti scrive regolarmente i racconti in appendice a Stirpe di Pesce. Approfondimenti e nuovi elementi ce ne sono sempre, com’è fisiologico che sia, ma le parti narrative con stralci di diari, testimonianze in punto di morte, deposizioni, diari scolastici (!) e quant’altro hanno ormai abbondantemente superato il materiale descrittivo e “giocabile”. Non è necessariamente un male, perché in tutti questi anni Cortini e Moretti sono senz’altro maturati come scrittori, ma così un concetto che potrebbe essere espresso chiaramente in poche righe di testo viene dilatato anche a quattro pagine, oltretutto col dubbio che quello che abbiamo letto non sia nemmeno pertinente ai segreti di Sine Requie venendo da un testimone forse non attendibile, che occasionalmente offre le sue congetture su quello a cui ha assistito ma nessuna garanzia che quello che dice rifletta veramente i retroscena di questa affascinante ambientazione.
L’ultimo tomo, Regno delle Ombre, si presenta in maniera piuttosto bizzarra: viene venduto incellofanato e con una fascetta rossa a coprirne il “vero” titolo sia sulla copertina che sulla costa. Non credo di fare nessuno spoiler (ormai Lucca è passata da due settimane) se rivelo che si tratta di SS, dal nome dell’organizzazione del IV Reich presa in esame. Data l’estrema popolarità di questo gioco di ruolo dubito che si tratti di un mezzuccio per farsi della facile pubblicità, quanto una misura necessaria per evitare fraintendimenti e polemiche e poter essere pubblicizzato in più canali di vendita possibili. Tra l’altro questa fascia rossa può tornare utile come segnalibro.
Il volume è organizzato con teutonica razionalità, partendo dai rituali del gruppo, fondamentali per capire alcune parti successive, ed esaminando via via ognuno dei 13 componenti della società segreta Reich der Schatten – le SS in quanto tali sono ovviamente sin troppo conosciute nel IV Reich. Incidentalmente, vengono trattati altri argomenti correlati, come la tanatologia e la Scuola Himmler per la Razza Eletta. In appendice c’è una ricchissima sezione (50 pagine su 160, ma alcune sono fisiologicamente occupate dalle schede dei personaggi) che ospita tre avventure.
dédicace di Yugin Maffioli
I 13 componenti del Regno delle Ombre sono un bel campionario di personalità interessanti e poteri originali. Questo circolo esclusivo è composto solo da Morti di tipo Diabolicus o Inscius e accanto allo stereotipo del gerarca nazista ci sono mistici buddisti, scienziati pazzi, scienziati ancora più pazzi, tizi fusi con carri armati giganteschi e teste di legno (in senso letterale) che si portano dietro la loro testa originale in una scatola. Tutto materiale che si è già visto nei volumi precedenti, in particolare ovviamente in IV Reich, ma sicuramente vederli trattati con maggiore dettaglio e scrupolo da entomologi fa un altro effetto. Ogni singolo membro viene comunque liquidato in un paio di pagine o poco più, pagine che contengono oltretutto delle sezioni in merito a “come sono visti da”, cioè stralci del pensiero degli altri membri della società segreta: una cosa utile per creare l’atmosfera e capire i rapporti tra i singoli personaggi, ma ancora una volta elemento narrativo e non ludico. Le parti narrative poste in calce di ognuna delle descrizione arrivano facilmente al doppio delle pagine dedicate ai singoli personaggi. L’introduzione stessa del soggetto viene affidata alle sue stesse parole, talvolta un po’ ridondanti – ma nel caso di Otto Goddel è divertente vedere la discrepanza tra quello che predica e quello che era in origine.
Credo che la curiosità maggiore degli appassionati di Sine Requie si concentri su Fremmen, ma ahinoi non ci viene svelato nulla in più del poco o niente che già sappiamo (paradossalmente, Anno 0 riportava delle informazioni più interessanti e fresche su di lui). In compenso la lunghissima (quattro pagine) testimonianza di un prete cattolico posta alla fine della sua descrizione ci spiega quanto sia veramente il male incarnato. Cosa questa che viene detta e ripetuta in tutti i volumi, per cui forse non era poi così importante ribadirlo. Sempre che non mi sia perso io qualche informazione fondamentale.
Tra le parti migliori segnalerei quelle relative a Uelzen, in cui nei resoconti che ne parlano (dieci fottute pagine: è un record!) si fa luce sul fatto che all’interno del castello si trova una “Finestra che ride”, e viene offerta una teoria interessante sul Risveglio e sulla probabile invasione da un mondo “oltre la Soglia”. Altre parti molto belle sono quelle relative ai Bunkertor di Spitz: chissà quanto di quello che viene scritto sarà effettivamente utile ai fini della comprensione del mondo, ma comunque è una parte ben organizzata con trovate molto originali. Non mancano citazioni più o meno dirette dal mondo lovecraftiano.
Le avventure conclusive sono rispettivamente un remake di una pubblicata sul vecchio IV Reich (francamente non mi ero affatto accorto all’epoca che i nomi dei png fossero parodistici, come ammettono gli autori nell’introduzione!), una rappresentazione in prima persona della Sacra Caccia, che mi ha ricordato la famosa avventura Wendigo visto che potrebbe essere giocata anche ignorando le regole di Sine Requie, e un’incursione nella fase finale dell’addestramento delle SS, quest’ultima esempio tipico dello stile one shot di Sine Requie: anche se sopravvivono, i personaggi cosa potrebbero fare dopo? Tra l’altro questa avventura me ne ha ricordata un’altra contenuta in Olocausto di Terrore, che credo sia la stessa citata nell’avventura stessa che però rimanda alla seconda edizione di IV Reich (l’avranno ristampata in quella sede, immagino).
Non che serva il mio benestare (quando sono andato allo stand Serpentarium poco dopo le 9 del 31 ottobre c’era già la fila!), ma il volume è decisamente consigliato: è una lettura piacevole e organizzata in maniera tale da scorrere rapida, è facilmente consultabile, le sezioni sono pensate in maniera razionale e ci sono un sacco di belle illustrazioni (quanto computer, però…). Rimane purtroppo il dubbio, anzi la certezza, che tra cinquant’anni starò ancora qui a lamentarmi del fatto che gli autori non abbiano ancora spiegato cosa diede origine al Risveglio e cosa si trova “oltre la Soglia”.

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