Alexandra Wagner ha ammazzato suo
fratello gemello Alex quand’era ancora poco più che una bambina, facendolo a
pezzi. Per come la vede lei, non è stato un gesto gratuito né crudele ma lo ha
fatto per rendere il fratello irrintracciabile dalle entità che predano gli
umani dall’Altra Parte. Da allora suo fratello la guida nel mondo reale
facendole evitare di attirare le attenzioni dei predatori.
Dopo essere stata ospite di vari
istituti psichiatrici Alexandra finisce al McLaine Hospital: è una clinica per
straricchi (ci è finito anche un comico di grande successo), ma visto che il
suo caso è così interessante viene studiata ben volentieri dal luminare dottor
Carrington che però la affida al suo assistente Thomas Hayes, psichiatra in
carrozzella (omaggio a Dario Argento?). Alla clinica la situazione precipita e
per la protagonista arriva il momento del redde
rationem contro il suo nemico più potente.
Come ambientazione e tematiche Camicia di Forza ricorda un po’ Infedele,
anche se qui non ci sono sovrastrutture relative a razzismo e paranoia. È
comunque un horror giocato sulle aspettative del lettore, a cui non viene
rivelato subito se gli elementi paranormali siano “reali” o solo nella testa
della protagonista. El Torres forse si è bruciato troppo in fretta la sorpresa
(sorpresa molto relativa, ovviamente) facendo compiere ad Alexandra un’azione
impossibile già nel secondo episodio, anche se poi ha cercato di rimediare
dandone una spiegazione logica, ma nel complesso ha gestito bene il ritmo e la
tensione, giocando sapientemente con l’alternanza delle pagine dispari e pari.
Anche i dialoghi non sono male. Forse però quattro comic book (il fumetto è un
prodotto spagnolo ma il formato è quello statunitense) sono pochi per
sviluppare compiutamente la storia – non ci sono trame in sospeso né rimandi a
prossimi episodi, ma si leggono molto rapidamente e alla fine sembra che El
Torres abbia premuto sull’acceleratore.
I disegni di Guillermo Sanna,
quasi a voler assecondare il tono del fumetto, sono schizofrenici: spesso
sintetici e un po’ schematici (forse memori di Alex Toth, ma io ci vedo anche
Zaffino), con una certa frequenza vengono arricchiti da tratteggi più fitti, da
sfondi più curati e da retini che rendono iperrealisti certi volti. Il tutto
stampato in una azzeccata bicromia in cui il rosso va a braccetto col nero – ma
nelle prime tavole dell’ultimo episodio c’è anche del giallo. Il risultato
finale è suggestivo, anche se qualche sporadica vignetta sembra un po’ scarna.
I 20 euro a cui è stato
annunciato da DoubleShot non sono pochi, ma Camicia
di Forza non è malaccio e probabilmente gli appassionati di horror lo
apprezzeranno.
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