giovedì 21 novembre 2019

Anser 2: Gli Immobilisti e Un Becchino da Bambino a Torino

Seconda ricognizione sugli acquisti Q Press di Lucca. Il secondo episodio di Anser vede la famigliola composta da padre, nonno e figlio gallinacci arrivare nei pressi di un presidio di tacchini. Il Gymus modificato ha reso questi volatili antropomorfi dei burocrati estremi, cosa che ha portato la loro società a una stagnazione sonnolenta. Uno solo resiste a questo destino e spiega ad Hans i retroscena della storia. Il secondo episodio di Anser inizia come una satira di costume, sfocia nella commedia ma diventa presto un dramma kafkiano per poi concludersi in un finale esplosivo con un’amara chiusura sarcastica. Le speranze di poter vedere un giorno il seguito (Anser 2 è uscito nel 2014) non sono poi così disperate: tra l’uscita del primo e del secondo sono trascorsi sei anni. Sei anni in cui Armin Barducci è maturato tantissimo e ha sviluppato uno stile più morbido e modulato (quindi più espressivo) che ben si adatta a questa storia. E poi un terzo episodio, Leucò e i Cigni, è già in programma.
Un Becchino da Bambino a Torino è un prodotto meno canonico, quasi un libro d’arte o comunque un esperimento editoriale non nuovo alle corde di Giuseppe Peruzzo (vedi Partigiano di me stesso e il recente Sfumature, che non c’entrano niente con il Becchino ma testimoniano l’eclettismo dell’autore/editore). Un po’ filastrocca e un po’ apologo, Bruno Munari ne sarebbe stato orgoglioso: stampato su carta martellata, per godere del libro bisogna toccarlo, ruotarlo, avvicinarci lo sguardo, lasciarsi trasportare dagli accostamenti di colore… Delizioso, anche se temo che non conoscendo il poeta Nino Costa di cui viene citata una poesia non abbia potuto godermelo al 100%.

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