È chiaro che i post per il blog non si scrivono da soli. Per mantenere costante il ritmo che mi sono imposto di pubblicare almeno un post ogni tre giorni ho quindi bisogno di produrre un po’ di recensioni. Coi tempi che corrono so già che tanta roba, soprattutto dal fronte statunitense, non mi interessa o mi deluderà e quindi ricorro a una selezione preventiva del materiale. Da ogni Anteprima compilo un elenco del materiale papabile e poi ovviamente mi premuro di ottenere i fumetti (che in inglese si dice “to get comics”). Recentemente però è successa una cosa singolare: a entrare nel mio radar è stato un webcomic che a marzo verrà pubblicato da Panini. Trattandosi di un fumetto che è disponibile liberamente su internet non ha molto senso “ottenerlo” perché è appunto a diposizione di chiunque e soprattutto perché la storia è molto coinvolgente e incalzante e questo primo volume conterrà solo i primi episodi.
Sto parlando di Everything is fine di Mike Birchall, di cui quindi non farò una recensione ma solo una segnalazione. Lo trovate qui e vi consiglio la lettura. A marzo ne verrà presentata in cartaceo solo la prima parte, lo snodo principale della trama viene svelato se non ricordo male appena tra la seconda e la terza. Si tratta di un mystery che tiene incollati allo schermo, mi ha ricordato un po’ la serie televisiva Lost. Farne una recensione sarebbe sconveniente anche perché il rischio di spoilerare qualcosa è alto. I “disegni” sono quelli che sono e occasionalmente si può percepire una sensazione di déjà vu (oltre al fatto che certe derive vagamente umoristiche degli ultimi episodi le ho trovate fuori posto) ma la lettura è veramente appassionante e dopo essermi divorato la prima settantina di episodi mordo il freno per vedere la conclusione. Non escludo però che un’occhiata al cartaceo la darò comunque, se non altro per la curiosità di vedere come hanno risolto le lunghissime sequenze verticali che su monitor hanno una certa resa che difficilmente sarà la stessa su carta.