lunedì 14 novembre 2022

Cosplay

Non è esattamente il mio genere, ma sfogliandolo mi è sembrato simpatico e magari poteva tornare utile per i Fumettisti d’Invenzione. Il favorevole rapporto quantità/prezzo ha fatto il resto.

Come si evince dal titolo i protagonisti di questo fumetto sono dei cosplayer. Nella migliore tradizione dei fumetti per ragazzi sono degli sfigati che otterranno la loro rivincita in un contesto inverosimile ed esagerato. Il quattordicenne Abel travestito da Batman va al Comic-Kon di Parigi insieme a Émile (Yoda) dove si uniranno al loro amico Oscar (Picachu). Qui Abel, che partecipa a un concorso di cosplayer, incontra la ragazzina di cui è innamorato, una vlogger poco più vecchia di lui che sta con un piacione vestito da Iron-Man. Le umiliazioni a cui saranno sottoposti i ragazzi, a cui si aggiunge anche Nicolas Formica/Difensore della Francia (che nella scala sociale occupa un ruolo ancora più basso del loro), passeranno presto in secondo piano.

La storia inizia infatti con un flashforward in cui Abel viene interrogato dalla polizia, visto che al Comic-Kon si è reso protagonista di una vicenda che ha coinvolto un fuggiasco che si è improvvisato personaggio della serie La Casa di Carta per scappare a degli “uomini in nero” che gli davano la caccia. Il gruppetto di nerd (la vlogger Agata li chiama «geek»), cui si aggiunge anche una ragazzina assai tosta vestita da Wolverine e per un po’ un Thor/Obelix sbronzo, scoprirà però che le cose non sono esattamente come sembrano. Il finale è fin troppo consolatorio, ma è una storia per ragazzini e come altro doveva finire?

Cosplay tracima di citazione da fumetti, cinema, serie televisive e cultura pop in generale, e mostra uno scorcio della cultura cosplay (se tale la si può definire) dall’interno: i costumi non sono travestimenti, «cosplay is not consent», ecc. Chissà quante strizzatine d’occhio mi sono perso. Di fumetti però manco l’ombra, dannazione. Sì, ok, alla fine il commissario paragonato da Abel a James Gordon vuole vedere com’è fatto, ma è assurdo che in una fiera di fumetti come dovrebbe essere il Comic-Kon non facciano mai capolino. Assurdo ma drammaticamente realistico.

I disegni di Maribel Conejero (credo che sia lei la disegnatrice mentre Matias Istolainen ha fatto i testi), colorati con la collaborazione di Alba Fresneda Ruiz e Alberto Sanchez López, sono di stampo euromanga con una certa tendenza allo sketch laddove non si concentrino sui primi piani. Dai nomi è evidente che gli autori sono spagnoli, ma dovendo realizzare questo progetto per la Francia si sono giustamente profusi in captatio benevolentiae verso la patria della BéDé – sapranno dell’esistenza di Superdupont? Però un fumetto franco-belga D.O.C. dovrebbe avere degli sfondi più curati, mentre qui a volte sono addirittura assenti.

In appendice un gioco visuale con cui individuare i riferimenti alla cultura pop (uhm… Watchmen e V for Vendetta sarebbero “pop”?). Più una breve scena dopo i “titoli di coda” che fornisce a sua volta materiale pop. Ma attenti alle soluzioni finali: il riferimento di pagina 85 è invece quello di pagina 83, mentre le citazioni corrette della 85 sono riportate sotto la 82, che nel volume è bianca, forse a seguito di un’impaginazione diversa dall’originale.

Considerati i numeri di pagine che ho citato, si capisce che il volume è bello corposo, quasi il doppio delle canoniche 46 tavole di un volume franco-belga. Cartonato di grande formato stampato su carta patinata, costa solo 14 euro. Per quello che offre è un prezzo che non mi ha fatto assolutamente pentire dell’acquisto.

Mi resta un dubbio: come avranno fatto a rappresentare tante icone facilmente riconoscibili, anzi addirittura citate esplicitamente, senza indicare da nessuna parte chi detiene il diritto di sfruttarne l’immagine?

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