Allagalla si dedica principalmente alla ristampa dei classici, cercando di stamparli sempre a partire dalle tavole originali quando possibile. Quando invece non è possibile procediamo a restaurare digitalmente senza stravolgere.
Notavo infatti che la qualità di stampa di Allagalla è elevatissima rispetto a quella di molti altri editori della stessa nicchia di mercato. Mi confermi che partite da tavole originali.
Quando è possibile sì, naturalmente quasi nessun libro è composto al 100% di scansioni da tavole originali, perché può esserci sempre quella che si è persa o che non si trova per altri motivi, e allora procediamo a fare delle scansioni dalle pagine della rivista che la ospitava decolorandola. Si fa di necessità virtù, ma cerchiamo sempre di mantenere lo standard alto. E mi riferisco a uno standard alto sia per quel che riguarda la qualità di stampa che per quella delle storie e degli autori che proponiamo.
A posteriori vengono infatti anche realizzate delle modifiche decise dagli autori, penso ad esempio a Claudio Nizzi che è intervenuto su Larry Yuma e Capitan Erik.
Quasi sempre Nizzi ha scelto di modificare alcune battute, di snellire certi dialoghi che aveva scritto in passato. Un caso riguarda ad esempio una delle nostre ultime pubblicazioni che è Le Avventure di Ulisse: a suo tempo la redazione de Il Giornalino gli aveva chiesto di scrivere i nomi dei personaggi (degli dèi in particolare) rifacendosi alla mitologia romana e lui adesso li ha riportati in greco, come è più logico che sia. Io sarei per una linea puramente filologica, ma è giusto che abbia lui l’ultima parola essendo l’autore.
C’è una forte presenza western nel catalogo di Allagalla: lo fate principalmente perché è una vostra passione (so che Roberto Guarino ama molto il genere) o vi ha dato anche delle soddisfazioni commerciali?
Come sicuramente saprai per molti anni il fumetto italiano era sinonimo di western, ben prima degli Spaghetti Western e delle evoluzioni più moderne. Quindi andando a guardare al passato del fumetto italiano inevitabilmente il western lo si incontra molto più spesso di altri generi. E poi sì, è una nostra passione comune (anche a me piace il western) quindi per questo ci siamo spesso rivolti a quel genere. Anche per cose più particolari: ad esempio recentemente abbiamo pubblicato un libro di Luciano Bottaro, Fort Express, che non era mai stato ristampato in volume prima. Certo, Bottaro è più celebre per opere come Pepito, Ponpon, ecc. ma c’era anche l’idea di andare a recuperare qualcosa che non era mai stato ristampato prima. Ecco, questa è un’altra questione che spesso ci poniamo, cioè che va sicuramente bene produrre la versione definitiva di alcuni classici (come I Promessi Sposi di Nizzi e Piffarerio, che però ha già avuto diverse ristampe) però l’idea è di portare in volume qualcosa che non è mai stato raccolto prima.
Qualche perla.Sì, qualche “chicca” che magari non è mai stata raccolta in volume a causa anche di una certa difficoltà. Il volume di Bottaro, per dire, ci ha preso un anno di lavoro, ci ha lavorato anche il compianto Luca Boschi, perché c’era un problema nel ricostruire tutti i passaggi di queste storie e di queste strisce che erano state pubblicate su innumerevoli riviste. Però devo dire che questa stessa difficoltà è anche una delle cose appassionanti di questo lavoro.
Per il momento avete accantonato il fumetto argentino?
Sì, anche per una questione di complicazioni legate ai contratti. L’idea però è sempre quella di rivolgerci anche all’estero quando possibile, e non sempre rimane solo un’intenzione. Ad esempio nel volume di Tacconi abbiamo pubblicato una storia che Tacconi aveva fatto per la Francia e non era mai stata pubblicata prima in Italia, quindi l’abbiamo tradotta noi per la prima volta e l’abbiamo inserita in un volume dedicato a un unico autore.
Non escludo che nei prossimi anni ci rivolgeremo anche all’estero, magari alla Bande Dessinée. In effetti avevamo già cercato di metterci in contatto per i diritti di una graphic novel francese su Orson Welles sulla lavorazione de Il Terzo Uomo, vediamo se riusciremo a portarla in Italia.
Non ho visto Guarino a Lucca, però ho salutato Chiomento, allo stand Allagalla.
RispondiEliminaNeanch'io ho visto Guarino, ora che mi ci fai pensare. In compenso ho rivisto Danilo Chiomento, ma da Diabolo.
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