Maledizione, MalEdizioni, ma le edizioni della collana Finestrini non potete distribuirle tutte insieme invece di centellinarle nel corso del tempo?
Good Girl di Eliana Albertini (datato maggio 2020) è una raccolta di storie brevi in cui l’autrice rievoca principalmente episodi legati alla sua passione infantile per i peluche. Si tratta di aneddoti divertenti in cui molti potranno rivedere la propria ingenuità (ma anche la propria paraculaggine) di bambini. Lo stile della Albertini, che non mi aveva per nulla convinto in A.M.A.R.E. qui è sicuramente adattissimo per evocare la levità di uno sguardo innocente, e le sue tavole sono integrate da fotografie e disegnini e (pezzi di) temi dell’epoca, quasi a sancirne una Denominazione d’Origine Controllata.
Se lo stimolo di partenza potrebbe essere identificato con il disagio dovuto al COVID, non sono riuscito a capire il livello fatico del fumetto: Laura Micieli vuole dirci che le nostre ansie sono programmatiche e dovute a un governo, a una pubblicità e a mezzi di comunicazione oppressivi (ma che colpa ne hanno una pallina di gelato o il caffè in una tazzina?) oppure che nella società moderna per sfuggire alla depressione bisogna abbandonare i centri urbani (è nel boschetto a ridosso del mare che l’ombra del protagonista si ricongiunge con altre ombre) o ancora che le paure e le frustrazioni sono in fondo qualcosa di positivo che possono anche aiutarci a vivere (quando il protagonista lascia la propria, una lacrima gli solca il viso)? Difficile dirlo, a rileggere le ipotesi mi pare che non si escludano a vicenda; in fondo anche questo mistero contribuisce al fascino del fumetto. Molto bella la parte grafica, con un tratto stilizzato elegante e un po’ xilografico e pochi colori dati sapientemente.
Inizialmente mi era parso uno spreco che delle idee tanto interessanti si esaurissero in 24 tavole (e d’altro canto in quarta di copertina si cita un’altra opera di cui questa sarebbe un tassello) ma il geniale colpo di scena finale giustifica pienamente le dimensioni dell’opera. I disegni sono molto belli e il colore è usato in modo molto espressivo ma anche ragionato, vedi la chioma invadente di Wanona.
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