Ducario è presente ma sullo sfondo: i veri protagonisti sono una legione di soldati romani che decidono infine di penetrare in una foresta sacra dei Boi, per provocarli e spingerli a rivelarsi in battaglia.
La vicenda si mostra sin da subito inquietante, con il benvenuto di corvacci di malaugurio e soprattutto con il rinvenimento dei resti di uomini e cavalli fatti a pezzi e deturpati da una forza che non sembra umana. A mano a mano che Postumio Albino e i suoi uomini si avventurano sempre più in profondità (si fa per dire: la foresta è un labirinto in cui anche la guida celta perde l’orientamento) montano l’inquietudine e la paranoia, con avvistamenti di mostri e ombre sfuggenti, fino all’inevitabile finale tramandato dalla Storia: il fumetto è basato sulla battaglia di Silva Litana, realmente avvenuta.
A supportare Brizzi alla sceneggiatura stavolta c’è un altro Giovanni: Marchi, che firma insieme a lui anche l’introduzione. I due sono stati bravissimi a trasmettere l’atmosfera inquietante della foresta e al contempo a fornire il quadro complessivo della situazione dell’epoca (sia sul fronte gallico che romano) senza risultare pedanti. Ma la parte del leone la fanno come sempre i disegni e soprattutto i colori del compianto Sergio Tisselli, la cui perizia nell’evocare la luce e la nebbia e nel disegnare ogni singola foglia e ramo della foresta è encomiabile come i salti mortali che forse dovette fare a suo tempo (l’albo uscì per la prima volta nel 2006, e non so se Tisselli usasse il computer) per trovare la maniera giusta di raffigurare la pioggia battente nelle tavole già così cariche di colore e dettagli.
La cura è quella consueta a cui ci ha abituato Nicola Pesce Editore (pur se la nota a pagina 19 è un florilegio di refusi) e di certo 16,90 euro sono un buon prezzo per un albo cartonato a colori di 64 pagine. Ma a causa delle tinte livide che inevitabilmente sono state scelte per rendere la maggior parte delle sequenze, qui più altrove ci sarebbe stata bene la carta patinata.
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