L’impressione che mi ha fatto questa terza uscita del progetto/collana Materia Degenere non è stata affatto buona. Ma dopo il primo e il secondo mi pareva brutto non prendere anche questo volume. I segnali della delusione c’erano tutti, e avrei dovuto coglierli. Al di là di un aspetto grafico poco o per nulla accattivante, mi sembra che non ci sia stata in molte autrici la volontà di creare dei veri fumetti, cioè delle storie, quanto dedicarsi a esperimenti più grafici che narrativi a ruota libera assai velleitari. Forse la colpa è anche un po’ di Paolo Bacilieri che ha preso il testimone di Marco Galli e Tuono Pettinato: non ha infatti proposto dei soggetti come i suoi predecessori ma ha semplicemente imposto che le “storie” si svolgessero a Milano o la coinvolgessero in qualche modo.
Ultrafragola di Giulia Ratti è una storia originale e simpatica: un impiegato bisessuale acquista lo specchio di design del titolo, opera di Ettore Sottsass che in effetti è un po’ un simbolo di Milano. Se ne innamora perché fantastica sull’avere rapporti col suo stesso riflesso. Quando però il suo nuovo capo dichiara di averne anche lui uno e gli instilla il dubbio che forse la sua copia non è perfetta subentra la crisi.
Apparentemente i disegni sono i migliori del mazzo, ma la colorazione sbriluccicante e i vari effetti di cui sono riempite le tavole non bastano a nascondere le carenze anatomiche della Ratti e la sua difficoltà nel personalizzare i singoli personaggi.
Marmellata di è una di quelle uscite velleitarie che infestano la collana sin dal primo numero. Un flusso di coscienza si sussegue senza fornire appigli al lettore per capire di cosa diavolo si stia parlando. Il tè ai fiori del Madagascar sarà un prodotto tipico milanese? Poi certe soluzioni grafiche di Maria Giulia Chistolini non sono neanche male, ma sono assolutamente inadatte per un fumetto, le vedrei meglio come scenografie o come storyboard.
Troiella 2000 di Giorgia Rachel Donnan è forse il contributo migliore. Si tratta di una storia muta (a parte le visualizzazioni di uno smartphone) con protagonista una lesbica erculea che ha qualche problema con la legge, forse perché è una serial killer. Non è che i disegni siano bellissimi, ma va riconosciuto all’autrice lo sforzo di raccontare per immagini. E poi la bestemmia come targa dell’auto è un gran tocco di classe.
Anche Margherita Morotti sceglie Sottsass come simbolo di Milano: il suo Ciao. Vado. Ettore. è una raccolta “fumettata” di brani espunti da varie fonti citate alla fine, e si concentra principalmente sui difficili esordi dell’architetto/designer. Anche se non manca una certa suggestione, resta un’operazione tutto sommato facile e poco originale. I disegni e le soluzioni grafiche non sono male, ma inevitabilmente sono anch’essi molto derivativi. Per un’antologia che dovrebbe offrire lo sguardo personale delle autrici mi è sembrato decisamente un corpo estraneo.
Chiude le danze Giusto.X di Claudia Bumbica: una finta rivista enigmistica “invasa” da fotografie di riviste pornografiche modificate e da parti solo scritte che vorrebbero raccontare ben tre “storie” (la prima riguarda una ragazza innamorata e il ricordo del suo psicologo, le altre due la linea 14 del tram, forse sono tutte e tre collegate). Come idea è anche simpatica, anche se non originalissima, nei fatti risulta una cosa indigesta e pretenziosa. Ma magari sono solo frustrato perché non ho risolto un rebus che fosse uno.
A mo’ di frontespizi alcune tavole di Bacilieri introducono le singole storie, e a volerle interpretare in tal senso almeno qui possiamo trovare un minimo di trama.
Che palle questi innamorati di Milano... disposti a giustificarne anche la gentri(gentry?)ficazione...
RispondiEliminaLo specchio di Sottsass fa caà... lo vedrei bene solo in una puntata di Miami Vice.
Citazioni che coglieranno in pochi, non come noi fortunati che abbiamo assistito alle conferenze giuste.
EliminaHo appena letto un Asso di Picche: in Precinto 56 Galvan se la vede contro un certo Tony LaRue, è un tuo parente?
Era uno zio di mio padre, un tipo losco... Come sai in famiglia ho un sacco di storiacce.
EliminaComunque è un cognome assai diffuso, specie in USA.
Ne trovo anch'io leggendo i comics Golden Age... quasi tutti delinquenti, però c'è anche un eroe western (Lash LaRue).