Apre le danze una storia in due parti di Warren Ellis, Infetto. Batman incappa per caso nella scena di un massacro perpetrato da quelli che si riveleranno essere due militari usati come cavie per un virus che li trasforma in armi biologiche da guerra. La cosa si complica quando quello sopravvissuto rischia di spargere il virus in giro. Storia banalotta, non del tutto salvata dalla sottotrama del sergente stronzo e dai dialoghi brillanti di Ellis. Per quanto si impegni (ma praticamente solo nel primo dei due episodi), John McCrea è sempre John McCrea: ridicolo e sproporzionato, non si possono prendere sul serio i suoi scarabocchi e questo toglie pathos a una vicenda che avrebbe dovuto invece essere bella drammatica se non addirittura horror.
Garth Ennis scrive una storia in tre parti che si apre come un poliziesco, con Batman che incontra due detective privati dalla mano assai pesante, mentre a Gotham la criminalità è all’erta per una questione di droga. Tra divertenti sequenze violente e battute sarcastiche Lo Sballo promette assai bene, ma poi entra in scena un villain strafatto che sembra essere messo lì solo per far ostentare a Ennis la sua proverbiale vena provocatoria, con Batman sotto LSD e truculenze varie – in realtà il primo aspetto è stato probabilmente molto ridimensionato rispetto alle intenzioni originali. Will Simpson è certamente lodevole per la cura che mette nelle sue tavole: conosce l’anatomia e non lesina certo sui dettagli. Solo che a volte gli viene fuori una bocca storta, o un occhio non è esattamente dove dovrebbe essere, o un profilo non è proprio corretto, o una postura è decisamente innaturale… a quel punto, i difetti dell’intelaiatura di base risaltano di più proprio a causa della sua scrupolosa inchiostrazione.
La storia di Millar vede un Batman furioso cercare tra la fauna di criminali chi ha rubato una cosa preziosissima per Bruce Wayne, mentre una banda di giovani criminali imita il Joker e un’altra si ispira ai pezzi degli scacchi e deruba i riccastri di Gotham. Dialoghi anche abbastanza simpatici, ma è una storia natalizia e alla fine si scade inevitabilmente nel patetico. Non male, comunque, anche se probabilmente avrebbe meritato di essere sviluppata su più numeri invece che su uno solo: così le buone idee che ci sono finiscono per essere un po’ sprecate, e la storia è troppo frenetica (ma sempre meglio così che allungare il brodo). Sorprendenti i disegni di Steve Yeowell, che io ricordavo terribilmente scarno e legnoso. Alla fine niente di eccezionale, ma si vede che l’intervento alle chine del veterano Dick Giordano ha dato buoni frutti.
Nel complesso, quindi, nessuna storia è memorabile ma nemmeno troppo deludente – a parte quella di Ellis e McCrea.