Andando per fiere è inevitabile ritrovarsi pieni di depliant, promo, gadget, shopper, cartoline, manifestini, flyer, brochure, adesivi, spillette, figurine, trading card, poster, santini, biglietti da visita, dobloni, sottobicchieri, fascette, polsiere, magliette, medagliette e quant’altro gli editori si inventano per promuovere i loro prodotti. Le Edizioni If hanno fatto le cose più in grande e all’interno di una delle borse di Lucca ho rinvenuto, oltre al classico depliant con le ultime novità dell’editore, uno spillatino con l’incipit di un libro per ragazzi su Blek Macigno e una striscia intera di una nuova miniserie sempre di Blek Macigno. Non pensavo che il personaggio godesse ancora di tanta popolarità.
Del primo si fa presto a parlare: si tratta delle pagine iniziali di un libro per ragazzi che fa(rà) parte di una collana dedicata alla rivisitazione di classici del fumetto in versione kid: oltre a Blek ci saranno le riletture o gli spin-off di Eva Kant, de Gli Aristocratici di Castelli e Tacconi e persino de Il Maestro di Milani e Di Gennaro. La storia (scritta da Davide Barzi) è narrata inizialmente dal punto di vista di Roddy Lassiter e il primo capitolo serve a introdurre i protagonisti, fermandosi però sul più bello. Belle le illustrazioni di Denise Alini, anche se non capisco perché debba colorare tutti i nasi di un colore più scuro.
Il rapitore di fanciulle è invece un fumetto completo, oltretutto in una versione variant fuori commercio (ci farò i miliardi in futuro!). Scritto da Nico Adami, ignoro se sia il remake di qualche vecchia storia come sarebbe legittimo o sia del tutto originale. Introduce il protagonista e l’ambientazione in cui si muove, catapultandolo in una situazione sgradevole in cui viene accusato di aver rapito la fidanzata di un tenentastro inglese (ma le «giubbe rosse» non sono canadesi?) che invece ha salvato dalle grinfie di un orso. Risolta momentaneamente la situazione, l’ultima didascalia rimanda al prossimo episodio, secondo di tre, per il seguito. La storia è gradevolmente demodé con tantissima azione e il protagonista praticamente invincibile. Per quel poco che conosco il personaggio, mi pare che Raffaele Della Monica abbia fatto un ottimo lavoro di mimetismo con lo stile dell’EsseGesse, senza rinunciare al dinamismo e alla cura nella costruzione delle vignette. Sicuramente anche le chine del veterano Manlio Truscia hanno contribuito al buon esito finale.
Progettato evidentemente come propedeutico alla promozione della riproduzione anastatica delle strisce originali che campeggia in quarta di copertina, questo albetto spillato non si limita a fornire un assaggio ma è quindi un fumetto pienamente godibile.
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